Crediti di carbonio: compensazione reale o greenwashing?

Il 18 gennaio, il popolare quotidiano inglese The Guardian, ha pubblicato un’inchiesta che ritiene il 90% dei crediti di carbonio certificati dalla societá Verra sotto il programma REDD e usati dalle aziende per dichiarare la loro neutralità climatica, non solo sono fasulli, ma addirittura in alcuni casi aumenterebbero il riscaldamento globale. Le affermazioni dei giornalisti screditano il ruolo dei crediti di carbonio e il lavoro svolto da Verra, che infatti ha prontamente ribattuto dicendo che la metodologia utilizzata per arrivare a tale affermazione ha portato a conclusioni non corrette. In questo articolo ricapitoliamo il discorso sui crediti di carbonio e vi diamo qualche informazione in più sull’iniziativa REDD, le posizioni sostenute dalle due parti e il dibattito che ne è scaturito.

Ma quale caffè, questa è una “ciofeca”!

👁️ Avete dato un’occhiata al nostro nuovo format Instagram “Forse non sapevi che…”?! In questo spazio dedicato alle più rilevanti notizie ambientali e forestali il nostro team social ci ha parlato della nuova proposta di regolamento UE su catene di approvvigionamento “a deforestazione zero”.
🔎 Le merci messe sotto la lente di ingrandimento sono olio di palma, soia, cacao, legno e pure il caffè. In Italia con un consumo pro capite di 5,3 kg di caffè all’anno è possibile trovare un’alternativa più sostenibile che riduca soprattutto i consumi legati alla distribuzione?!
☕ Forse sì! Leggete il prossimo articolo per scoprire cosa ci offre il nostro territorio e quale possa essere un’alternativa al caffè!

L’Unione Europea ha proprio il dente avvelenato con la deforestazione.

Ehi tu, proprio tu che leggi questo post, lo sai che l’UE sta creando un regolamento tutto nuovo per contrastare la deforestazione? Qualche tempo fa vi avevamo raccontato di come l’UE, che di per sé non soffre di grandi problemi di deforestazione, ne è invece causa in altre parti del mondo. In questo periodo quindi proprio l’UE, tra Commissione e Parlamento, sta lavorando ad un nuovo regolamento che dovrebbe andare a risolvere, o quantomeno mitigare questa problematica! Questo nuovo regolamento lo chiameremo, provvisoriamente, European Union Deforestation Regulation, per gli amici, al momento, EUDR.
Cosa prevede questo EUDR? In che cosa si distingue dagli altri strumenti già disponibili?

Impatti europei su foreste non proprio europee

In precedenza vi abbiamo raccontato della deforestazione, dell’illegal logging e altre cose che non succedono molto in Italia. Ma perché ci dovrebbero interessare se non sono problematiche così grandi per le foreste della nostra penisola? A quanto pare con i nostri consumi (europei E italiani) siamo responsabili di una parte della deforestazione che avviene ai tropici ad esempio, e ce lo spiegano diversi documenti recenti, tra cui il documento dedicato alle FAQ forestali europee promosso dallo European Forest Institute!
Cosa possiamo fare quindi come consumatori per limitare i danni? Scopritelo leggendo l’articolo di oggi!

Nemonte Nenquimo e l’impegno indigeno per le foreste amazzoniche

Nemonte Nenquimo è la giovane leader della comunità indigena Waorani, che vive nella regione est dell’Ecuador, in una parte della foresta amazzonica tra le più bio-diverse al mondo. Nenquimo ha ottenuto diversi riconoscimenti internazionali grazie al suo impegno nel difendere la foresta dagli interessi del governo ecuadoriano. Nel 2012 infatti, il governo ecuadoriano aveva iniziato la trattativa di vendita delle terre indigene a imprese petrolifere violando la Costituzione ecuadoriana. Dopo aver fatto causa al governo, la leader Waorani ha ottenuto una vittoria in tribunale senza precedenti. La vittoria dei Waorani è anche la vittoria non solo di tutti i popoli indigeni, ma anche di tutti gli abitanti della Terra, perché i danni alle foreste riguardano proprio tutti.