Una dieta mediterranea a base di… FORESTE

Alla scoperta della biodiversità forestale italiana

Tempo di lettura 6’

Oggi 22 maggio, come ogni anno, si celebra la Giornata Mondiale della Biodiversità. Il tema del 2023 è rappresentato dallo slogan “Dagli accordi alle azioni: ricostruire la biodiversità”. Ciò è connesso all’approvazione dell’accordo Kunming-Montreal per tutelare la biodiversità, in occasione della COP15. Questo documento siglato da 190 paesi ha come obiettivo quello di fornire degli indirizzi pratici al fine di arginare la perdita di biodiversità a cui stiamo assistendo giorno dopo giorno, entro il 2050. 

Oltre, però, al necessario impegno delle parti politiche e degli stakeholders (cioè tutti quei soggetti che rientrano o sono solo connessi al settore), è importante che ognuno di noi recepisca l’importanza di questo tema, tanto discusso ma forse non ancora del tutto chiaro. Il termine “biodiversità” si sente sempre più spesso in tv o nei social, magari insieme ad altri molto in voga al giorno d’oggi tra cui gli immancabili “sostenibilità” e “cambiamenti climatici”. La bellezza dell’origine di questa parola (dal greco -bios che significa vita, e dal latino -diversitas che è appunto diversità o varietà) è proporzionale alla sua complessità, da intendersi come la molteplicità di sfumature, o livelli, che presenta. Oltre al numero di specie presenti in un certo ecosistema (la cosiddetta biodiversità di specie) esistono anche la biodiversità genetica (infatti anche gli individui appartenenti alla stessa specie presentano differenze a livello genetico) e quella ecosistemica (all’interno di un ecosistema se ne trovano molti altri di varie dimensioni, basta pensare ai dendromicrohabitat di cui abbiamo già parlato qui). Per saperne di più sui diversi livelli della biodiversità vi consigliamo questo nostro interessante articolo.

Spesso risulta difficile collegare l’utilità della biodiversità alla nostra vita di tutti i giorni, soprattutto se viviamo in città o non a stretto contatto con la natura. Molti non sanno infatti che un elevato livello di biodiversità, intesa in tutti i suoi tipi, garantisce la disponibilità di gran parte delle materie prime necessarie all’industria dei farmaci, dell’energia e dei tessuti, oltre che a giocare un ruolo fondamentale in risposta ai cambiamenti climatici e nella riduzione del rischio di sviluppo di malattie trasmissibili da animali a esseri umani (le zoonosi). Infine, da non dimenticare è l’importanza che la lega al settore alimentare. La dieta mediterranea, grande vanto dei paesi dell’Europa meridionale e dell’Africa del nord, esiste solo grazie all’elevatissimo grado di biodiversità presente in queste zone. 

Da esperti o anche semplicemente da appassionati del settore forestale, va riconosciuto però il grande contributo che i boschi e le foreste forniscono alla biodiversità nella sua accezione più ampia. In Italia, in particolare, abbiamo la fortuna di poter apprezzare una varietà di ambienti naturali tra le più ricche al mondo. Come riportato dall’ISPRA, le foreste del nostro paese ospitano 117 specie di alberi (2/3 di quelle europee) e ben 10 delle 14 categorie forestali ritenute dall’Agenzia Europea dell’Ambiente più rappresentative della variabilità ecologica forestale del continente. A questa grande variabilità va associata anche una componente floristica e faunistica estremamente ricca. Ora quindi, il primo passo che si può compiere per riuscire a valorizzare al meglio questa enorme ricchezza di cui il nostro paese dispone, è quello di imparare a riconoscerla ed apprezzarla. Basta, ad esempio, soffermarsi un attimo mentre si attraversa il sentiero che ci porta alla spiaggia, in cui le nostre gambe rischiano di essere punte e graffiate, per scoprire cos’è la macchia mediterranea: un particolare tipo di foresta in cui sono presenti molti più arbusti che alberi, come il corbezzolo o il ginepro, e soprattutto dove si possono trovare moltissime piante aromatiche, dal rosmarino alla salvia, fino all’origano.

Macchia mediterranea sulla costa toscana. Foto di Federico Romanato.

Ma anche chi va al mare più comodamente in macchina, magari cercando di parcheggiare all’ombra di qualche pino può apprezzare un altro tipo di bosco: la pineta litoranea, con la sua diversa struttura in base alla specie da cui è composta, di solito pino domestico o quello marittimo, e il suo grande valore paesaggistico (cioè l’attributo che viene riconosciuto a delle aree, ma anche a degli immobili, caratterizzati da una “non comune bellezza” o da un particolare valore storico, culturale e naturale). Per quanto queste siano spesso delle formazioni artificiali, la loro naturale evoluzione verso boschi di leccio ci permette anche di apprezzare la dinamicità della natura e il suo continuo rinnovo. 

Pineta litoranea di Torregrande, Oristano. Foto tratta da GrIG.

Per chi invece viene dalla pianura è richiesto uno sforzo di immaginazione in più perché dove ora si vedono grandi distese di campi coltivati su terreni in passato paludosi o inondati, un tempo sorgevano foreste ricche di specie e di risorse, che abbiamo già descritto in questo articolo. I boschi di pianura, in cui a farla da padrona sono la farnia e il carpino bianco, ma dove si trovano anche il pioppo, l’olmo, il salice e l’ontano, si trovano ormai solo in piccole aree circoscritte e protette come nel caso di Bosco Fontana in provincia di Mantova, e che proprio per la loro rarità meritano di essere visitate. Anche un semplice giro in vespa sui colli bolognesi o una grigliata sui Colli Euganei sono un’occasione per scoprire altri tipi di boschi e di specie: i cosiddetti boschi misti di latifoglie. Qui la biodiversità si mostra chiaramente in tutta la sua bellezza. Le querce che si mescolano con il carpino nero, l’orniello e l’olmo, e i vecchi impianti di castagno che durante l’autunno vengono presi di mira dai raccoglitori, regalano paesaggi davvero suggestivi oltre che una grandissima varietà di habitat per moltissime altre specie.

Boschi di latifoglie sui Colli Euganei. Foto tratta da ColliEuganei.it.

Basta poi scendere lungo l’appennino per imbattersi nelle meravigliose faggete abruzzesi che tanto incantano durante il periodo del foliage e che fanno da cornice ad alcuni tra i borghi storici tra i più suggestivi del nostro paese, oltre che fornire uno degli ambienti migliori per la crescita dei tanto amati porcini.

Faggeta in autunno sull’appennino abruzzese. Foto di Giosuè Colarelli.

Come non considerare poi i numerosi tipi di boschi che si incontrano durante una passeggiata sulle Alpi. Dalle peccete, ottime per la produzione di legname di qualità (basti pensare al famoso legno di risonanza della foresta dei violini), ai lariceti con i loro colori caldi di fine estate, o ancora alle cembrete di alta quota che sfruttano anche l’aiuto della nucifraga per continuare ad espandersi e a rinnovarsi, e che ci forniscono la materia prima per lo sciroppo di cembro e per la grappa al cirmolo (altro nome per indicare il pino cembro). Di particolare importanza in queste zone sono anche i pascoli che, oltre a garantire il sostegno all’economia di montagna, garantiscono un ulteriore aumento in termini di biodiversità con la presenza di numerosissime specie erbacee in grado di attirare altrettante specie di insetti e di piccoli mammiferi, ma sfruttate anche per l’alimentazione umana come il tarassaco, l’ortica, il luppolo selvatico e molte altre.

Le tipiche peccete delle Alpi Giulie in Friuli Venezia-Giulia. Foto di Federico Romanato,
Bosco di larice delle Alpi Graie in Val d’Aosta. Foto di Federico Romanato.

Questi esempi appena descritti ovviamente rappresentano solo una parte dell’enorme patrimonio bio-diverso di cui dispone l’Italia, e che a causa di numerose minacce risulta sempre più suscettibile e in pericolo. E’ importante perciò, conoscere il più possibile gli ambienti che ci circondano e cercare di favorire il loro mantenimento, magari sostenendo attività locali, così da permettere di preservare veramente la biodiversità di cui tanto ci vantiamo, ma che spesso è messa a dura prova se non già compromessa.

Pubblicità
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: