La crescente importanza della tecnologia nel settore forestale
Tempo di lettura 4′

Una delle principali caratteristiche delle foreste, che accresce la loro già enorme complessità, è la loro longevità, che nel caso delle foreste gestite può essere identificata con la parola “turno”. A differenza del settore agricolo dove i cicli delle colture sono di uno o al massimo due anni e ad eccezione delle colture frutticole dove, guarda caso, si tratta di alberi, nel caso delle foreste la loro “vita” può superare anche 100 anni. Ovviamente si sta parlando di foreste gestite, perché nel caso di foreste naturali lasciate alla libera evoluzione risulta impossibile trovare un inizio e una fine vista la loro continua evoluzione e rigenerazione.
Il fattore tempo gioca quindi un ruolo chiave quando si tratta di gestione forestale, basta pensare infatti che nessuna persona sarà in grado di seguire l’intera vita di un bosco e, perciò, nemmeno chi le foreste le gestisce per lavoro. A tutto ciò se aggiungiamo la possibilità che si verifichi un evento particolare o disturbo (termine usato per indicare incendi, tempeste di vento, frane, ecc.), possiamo ben capire come la pianificazione e la programmazione di una foresta siano processi veramente complessi, oltre che incerti. Fortunatamente però, come per altri settori, esistono particolari strumenti e tecnologie in grado di facilitare tali operazioni.
Lo studio delle foreste è basato sempre più sull’utilizzo di computer e software in grado di velocizzare tali analisi, oltre che di garantire una loro maggior correttezza. Possiamo dire che, oltre alla camicia a quadri e l’accetta, chi lavora con gli alberi ormai nello zaino deve avere anche un buon PC!
Possiamo includere nei programmi di base più diffusi “R”: un software per la statistica (usato in moltissimi settori) che permette di rielaborare i dati provenienti dai rilievi di campo al fine di ottenere informazioni utili all’analisi del bosco, come la costruzione della curva ipsometrica cioè una parabola che descrive la correlazione tra l’altezza e il diametro degli alberi nel bosco. Un altro strumento diventato ormai imprescindibile è il “GIS” (Geographic Information System). Si tratta di un sistema informatico in grado di associare dei dati alla loro posizione sulla superficie terrestre ed elaborarli per estrarne informazioni davvero molto utili. Se consideriamo ad esempio che la maggior parte delle foreste italiane si trovano in montagna e collina, e che la pendenza influenza fortemente alcuni aspetti (movimento dell’acqua, accumulo di suolo, flussi d’aria, ecc.), è chiaro come un sistema di questo tipo possa mostrare in modo molto accurato lo stato effettivo dell’area in cui si sta lavorando.
È importante sottolineare che entrambi questi software, ormai largamente diffusi nel settore, si possono trovare in versioni gratuite che permettono di eseguire la maggior parte delle elaborazioni senza necessità di licenze.
Anche per quanto riguarda i disturbi esistono software specifici in grado di formulare varie simulazioni, chiamate scenari, che permettono di prevedere il loro possibile impatto sugli ecosistemi. Tra i più conosciuti ci sono ad esempio “Prometheus” per quanto riguarda gli incendi: un software basato su particolari indici forestali, in grado di simulare l’andamento e le caratteristiche di un incendio (velocità di avanzamento e altezza delle fiamme, intensità del fuoco, ecc.) in vari tipi di bosco. I risultati sono inoltre compatibili con i sistemi GIS e, perciò, si può arrivare a produrre una mappa del rischio di incendio perfettamente adattata all’area in esame.

Software simili esistono anche per altri tipi di disturbi: per gli schianti da vento viene spesso usato “ForestGALES” che permette di calcolare la velocità del vento oltre la quale un bosco può subire dei danni. Anche per i boschi di protezione, cioè quei boschi di montagna posizionati al di sopra di un paese o di un nucleo abitato che ne garantiscono la protezione dalla caduta di rocce o valanghe, esistono programmi informatici (RockforNET ad esempio) che prevedono quanto materiale le piante sono in grado di bloccare fungendo da vera e propria rete.
Se da una parte i sistemi di cui abbiamo appena parlato rivestono un’importanza sempre maggiore per chi lavora in questo settore, dall’altra è bene però ricordare il ruolo imprescindibile del personale che oltre ad eseguire i rilievi sul campo, vivendo a contatto con il territorio è spesso in grado di leggere le caratteristiche di un bosco e quindi intuire alcuni possibili sviluppi che un computer non è in grado di percepire.
Si tratta quindi di instaurare una collaborazione che avvicina la componente tecnologica a quella tecnica, quella moderna con quella tradizionale, come due lenti diverse sugli stessi occhiali che permettono di vedere nitidamente la foresta e il paesaggio in cui si trova. Solo in questo modo si potranno anche affrontare le future sfide del settore forestale di cui la più importante è senza dubbio quella relativa ai cambiamenti climatici.