Amore senza tempo inciso su una corteccia

Modi alternativi nella letteratura e nella storia di dichiarare i propri sentimenti

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Dove scrivere “ti amo”

Febbraio è il mese dell’amore! Sarà la voglia di primavera e sarà che iniziano a spuntare le prime gemme e i primi fiori, ma tanti approfittano di questo periodo per dichiarare i propri sentimenti con mazzi di rose rosse, orsetti pelosi e “cuoriciosi” e cene sfiziose al lume di candela. Se scrivere “ti amo” o altre dolci frasi romantiche sui muri o su cartelloni potrebbe sembrare un gesto di più recente tradizione, si narra che anche gli innamorati del passato non si facessero troppi scrupoli a rivelare al mondo per chi battesse il loro cuore. Infatti Ariosto nel suo più famoso poema della letteratura cavalleresca Orlando furioso racconta proprio come Angelica, dolce fanciulla venuta dall’Oriente, e Medoro, giovane fante saraceno a cui lei aveva prestato le sue cure, rendessero noto il loro amore. 

Come si può osservare anche nell’affresco di Giambattista Tiepolo nella Sala dell’Orlando Furioso di Villa Valmarana a Vicenza, la premurosa protagonista “ovunque un arbor dritto vedesse” incideva con uno “spillo o coltel” il legame che li univa insieme. 

Angelica incide il nome di Medoro sulla corteccia, Giambattista Tiepolo, Villa Valmarana, Vicenza, 1757, Fonte Wikipedia

Immaginate quindi questa soave dama che, impugnati oggetti appuntiti, disegna cuori e le iniziali A+M su tutte le cortecce di malcapitati alberi che le sono vicino. Oltre ad Orlando, che non reagisce proprio bene a questa nuova relazione (diventa “furioso”), anche i poveri alberi scoprono che è meglio avere lontana Angelica per avere salva la pelle – o meglio, la corteccia!

Ma che cos’è la corteccia?

Facciamo un po’ d’ordine! Ciò che noi chiamiamo corteccia, viene definita sughero dai botanici.

La corteccia vera e propria è formata da diverse tipologie di tessuti disposti a strati che, andando per ordine dall’interno all’esterno, hanno funzione di trasporto della linfa alle foglie, di riserva (una specie di dispensa), e di supporto alla crescita in larghezza della pianta.

Il sughero è la parte più esterna della corteccia: è un tessuto tegumentale, ovvero un tessuto adulto le cui cellule mature sono ormai differenziate e specializzate e non possono cambiare, e costituisce il rivestimento di tutte le piante legnose di conifera (gimnosperme) o di latifoglia (angiosperme). E’ costituito da cellule morte a maturità che sono impregnate di suberina, una cera impermeabile che aiuta la pianta a proteggersi dalla disidratazione, dai danni meccanici e dalle temperature estreme – le gelate degli inverni e a volte perfino le alte temperature degli incendi.

Il sughero è la parte più esterna della corteccia, Appunti di Botanica

Emozioni che escono da gusci di corteccia

Che sia un fatto vero o immaginario quello descritto, Angelica non è stata la sola a incidere i propri sentimenti su un pezzo di sughero.

Infatti fu proprio nel 1951 che durante gli scavi condotti dall’archeologo Artemij Vladimirovicˇ Arcixovskij, Nina Fedorovna Akulova, una comune abitante di Novgorod, in Russia, trovò un pezzo di “corteccia” su cui si intravedevano delle scritte in lettere cirilliche. Veniva così scoperta la prima iscrizione russa antica su sughero di betulla. Tra le gramote della prima metà del XII secolo, fu rinvenuta anche indubbiamente una lettera d’amore, scritta in bella grafia e in lingua letteraria. Ma mentre il personaggio femminile dell’Ariosto aveva solo dolci parole per l’amato, la giovane donna istruita, autrice dell’intimo contenuto non aveva proprio un tono così romantico, ma spesso offensivo e permaloso.

Iscrizioni novgorodiane su corteccia di betulla. Fonte Wikipedia

Che sia per amore o per ripicca, scegliete altri mezzi per manifestare il vostro turbamento del cuore sia perché la salute degli alberi risulta essere compromessa, sia perché si tratta di un atto quasi vandalico, in cui le multe potrebbero essere proprio salate.

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