Quando il tempo speso all’aperto, magari in foresta, diventa una medicina.
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Negli ultimi anni si sta parlando sempre di più dei benefici sulla salute dati dal tempo passato in natura, svolgendo alcune attività specifiche o semplicemente facendone esperienza, con particolare enfasi sulle foreste. Questo tempo speso in natura si potrebbe definire come una vera e propria “dose di natura”. Anche noi in un nostro articolo avevamo toccato l’argomento raccontandovi della pratica giapponese del “bagno di foresta”, o Shinrin-Yoku. Mentre all’estero se ne parla da un po’ di tempo, l’interesse verso questo aspetto, o meglio, servizio, delle foreste in Italia è emerso più di recente. Un documento chiave, a livello nazionale, per questo tema è il volume prodotto nel 2020 da Club Alpino Italiano e Centro Nazionale delle Ricerche intitolato Terapia Forestale scaricabile gratuitamente qui.
Cosa ci dice il volume “Terapia forestale”?
Ci presenta lo stato dell’arte, ovvero l’insieme delle conoscenze, sul tema della salute umana legata alle foreste. I benefici per la salute umana sono quelli psicologici, come la riduzione di stress e ansia, lo stimolo a emozioni positive, i benefici effetti positivi sulla vita sociale in termini di comportamenti e stili di vita ad esempio; oltre al benessere spirituale, legato al nostro legame ancestrale con questi ambienti. Ci sono poi i benefici fisiologici, legati ad un miglioramento degli indici neuroendocrini, metabolici, emodinamici e pure del sistema immunitario e dei processi infiammatori e ossidativi. E’ stato proprio dimostrato che l’aria di foresta, ricca di sostanze come i terpeni, ha effetti positivi sulle vie respiratorie con proprietà antinfiammatorie e antiossidanti.
Le foreste fanno bene alla salute anche perché…
Uno studio finlandese ha studiato come gli spazi verdi urbani aiutino a diminuire l’uso di psicofarmaci per l’ansia, insonnia, depressione, asma e alta pressione sanguigna. Un’indagine svoltasi negli Stati Uniti, tramite un sondaggio sul benessere dei lavoratori in diversi settori, ha fatto vedere come boscaioli, agricoltori e altri lavoratori del settore forestale sono quelli che stanno meglio in termini di felicità e bassi livelli di stress. Inoltre i benefici dati dagli ambienti forestali, o comunque naturali, non sono a vantaggio solo della singola persona, ma favoriscono tutta la comunità. Come? Ad esempio possono ridurre i costi enormi legati alle spese per la salute mentale: una ricerca australiana ha infatti stimato il valore delle aree protette per gli effetti sulla salute mentale come pari all’8% del PIL mondiale, circa 5 trilioni di euro.
Insomma frequentare le foreste fa un gran bene e ce ne stiamo accorgendo sempre di più.
Perché i benefici forestali sono così poco considerati?
Dopo questa presentazione così positiva dei benefici e relativi bassi costi della terapia in foresta, come mai è ancora così poco contemplato l’utilizzo del tempo speso in natura per ottenerli? Le cause sono diverse e sicuramente non le possiamo raccogliere tutte in questo breve pezzo. In alcuni Paesi orientali, come il Giappone e la Corea del Sud, le pratiche di terapia forestale sono entrate a far parte delle cure previste dai sistemi sanitari nazionali. Nei Paesi occidentali, invece, questi effetti utili sono ancora poco conosciuti, non sono ancora ben quantificati e non sono stati ancora valutati bene quali ambienti siano migliori di altri per la cura delle specifiche patologie. Iniziano però ad esserci degli spiragli: durante il 2020 il Regno Unito ha avviato uno studio pilota e in alcune zone più colpite dal Covid-19 sono state raccomandate delle “prescrizioni verdi”.
Voi cosa ne pensate? Se il vostro medico vi prescrivesse delle “dosi di natura”, ad esempio con passeggiate in bosco, le “prendereste”?