Crediti di carbonio: compensazione reale o greenwashing?

Il quotidiano The Guardian ha accusato il più famoso certificatore di crediti di carbonio di generarne di fasulli

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Vi ricordate che cosa sono i crediti di carbonio e come funzionano?  

In poche parole, esiste, a livello mondiale, un mercato per compensare le emissioni di anidride carbonica prodotte. Ci sono progetti e organizzazioni che rimuovono, in gergo si dice “sequestrano”, anidride carbonica dall’atmosfera e la conservano sulla superficie terrestre sotto forma di carbonio, e ci sono aziende od organizzazioni che comprano questa sequestrazione per compensare le proprie emissioni. Il mercato è libero e volontario, nel senso che i prezzi di una tonnellata di anidride carbonica sequestrata sono decisi dalla domanda e dall’offerta, e che chiunque può comprarne. Il vantaggio per i compratori è che possono così dichiarare di essere carbon neutral, ovvero che tutte le loro emissioni di CO2 sono anche compensate e per questo, alla fine dei conti, il loro bilancio di emissioni è zero. 

Il mercato dei crediti di carbonio è in crescita esponenziale perché molte aziende sono interessate a dichiarare di essere carbon neutral per migliorare la propria immagine.

L’organizzazione più grande e sviluppata che certifica il sequestro della CO2 da parte dei progetti in giro per il mondo e attacca ai crediti di carbonio il cartellino “vendibile sul mercato”, è Verra, con sede a Washington DC, negli Stati Uniti, e attiva dal 2008.

Ebbene, il 18 gennaio, il popolare quotidiano inglese The Guardian ha pubblicato un’inchiesta che ritiene fasulli il 90% dei crediti di carbonio certificati da Verra sotto il programma REDD e usati dalle aziende per dichiarare la loro neutralità climatica. In alcuni casi, non solo sarebbero fasulli, ma addirittura aumenterebbero il riscaldamento globale. Le affermazioni dei giornalisti screditano il ruolo dei crediti di carbonio e il lavoro svolto da Verra, che infatti ha prontamente ribattuto dicendo che la metodologia utilizzata per arrivare a tale affermazione ha portato a conclusioni non corrette. Anche altre organizzazioni che lavorano direttamente o indirettamente nell’ambito dei crediti di carbonio hanno detto la loro sulla questione. 

Prima di andare più nello specifico delle tesi sostenute dalle due parti, ricordiamo quali sono i crediti di carbonio generati sotto l’iniziativa REDD. L’acronimo sta per Reducing Emissions from Deforestation and Forest Degradation e funziona grosso modo così: al posto di deforestare o degradare un’area di foresta tropicale per fare qualcosa di più redditizio per il Paese (in via di sviluppo), la si lascia intatta, si quantificano le emissioni evitate e le si vendono sotto forma di crediti di carbonio. I crediti di carbonio vengono generati con molte altre pratiche, l’iniziativa REDD è solo una di queste.

Per definire se la deforestazione è stata evitata oppure no, ci si basa su uno scenario di riferimento e si valuta se il progetto ha diminuito, e di quanto, la deforestazione. Gli studi su cui si basa il Guardian utilizzano un metodo statistico e comparativo per definire lo scenario di riferimento, mentre Verra lo definisce di volta in volta a seconda del progetto e del contesto in cui si trova. Questo ha portato alla discrepanza significativa nei risultati in termini di crediti di carbonio generabili dai progetti

L’articolo del Guardian ha riacceso il dibattito sui crediti di carbonio, sulla loro efficacia e sul ruolo che hanno gli standard di certificazione quale Verra. La maggior parte degli scienziati però ormai concorda sul fatto che è la riduzione delle emissioni che contrasta il cambiamento climatico, mentre la compensazione è un supporto. Le pratiche di compensazione sono previste peraltro dall’Unione Europea, che punta alla neutralità climatica entro il 2050. La compensazione (in verde nel grafico sotto) diventerà necessaria quando le emissioni non potranno essere ulteriormente ridotte (emettere zero infatti è impossibile).

In ogni caso, che la stima di 90% crediti REDD fasulli emessi da Verra corrisponda al vero o no, una voce che mette in dubbio la veridicità di una data cosa, è importantissima per qualsiasi contesto, perchè porta inevitabilmente a un miglioramento o a un rafforzamento della credibilità.

E noi, ci possiamo fidare della dichiarazione di neutralità climatica scritta su un prodotto che compriamo oppure dobbiamo dedurre che è solo greenwashing? Tenendo a mente che compensare non ci salverà dal tracollo climatico, consideriamo anche che i crediti di carbonio sono generati da fonti che non si basano su scenari ipotetici come quelli REDD, che organizzazioni come Verra migliorano le loro metodologie di calcolo costantemente e che in ogni caso comprare crediti di carbonio volontariamente significa un flusso di denaro verso progetti che altrimenti non potrebbero esistere.

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