Se avete visto i film di Jurassic Park l’attenzione sarà giustamente stata tutta per i dinosauri, ma in che foreste vivevano? Ve lo raccontiamo.
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E’ uscito da poco l’ultimo Jurassic Park e questo riporta inevitabilmente ad un mondo molto diverso da quello di oggi, con clima, suoli, flora e fauna diversi e per molti versi ancora oggi misteriosi. Tuttavia almeno parte di questi misteri li abbiamo scoperti, specialmente grazie ai paleontologi e all’immenso database che sono i suoli della terra, capaci di immagazzinare storie di milioni di anni fa e restituircele pian piano, ad esempio sotto forma di fossili.
Quindi: com’erano le foreste del giurassico? Se ci trovassimo a camminarci dentro forse riconosceremmo qualcosa, ma sicuramente ci accorgeremmo della mancanza di qualcos’altro: delle piante fiorite. Le angiosperme, le piante con i fiori veri e propri, ancora non esistevano, mentre abbondavano le gimnosperme, di cui fanno parte ad esempio le conifere come abeti, pini e larici. Nel sottobosco si potevano trovare invece le felci, esistenti tutt’oggi, anche se differenti per specie e dimensioni. Alcune infatti erano grandi come alberi. Oltre alle classiche conifere con le foglie ad ago abbondava anche il ginkgo (Ginkgo biloba), che ancora oggi possiamo trovare in giardini e viali, ma che in natura si trova solo in due piccolissime aree della Cina. Proprio il ginkgo può essere definito un “fossile vivente”, l’equivalente del coccodrillo del mondo vegetale. A testimonianza della sua incredibile robustezza , un esemplare è sopravvissuto alla bomba atomica di Hiroshima (fonte: “Guida agli alberi d’europa” di Margot e Roland Spohn).
Per tornare alle nostre foreste giurassiche: che specie avremmo riconosciuto, oltre al ginkgo? Abbiamo detto prima che si trattava in prevalenza di conifere e felci (arboree e non) ed è interessante scoprire che ancora oggi le famiglie di alcune di queste specie esistono. Possiamo a tutti gli effetti ipotizzare e immaginare un po’ l’aspetto di queste foreste preistoriche. All’epoca avremmo visto le conifere della famiglia delle Araucariaceae, delle Cupressaceae, Pinacee e Taxaceae, ma molte probabilmente non le avremmo riconosciute.
Delle Araucariaceae ancora oggi se andiamo sulle Ande, possiamo trovare le araucarie (circa venti specie al giorno d’oggi).
Delle Cupressaceae oggi vediamo ad esempio i cipressi che sorvegliano i cimiteri o che rendono così caratteristici alcuni paesaggi toscani con le loro forme lunghe, scure e solenni.

Delle Pinacee forse non è necessario menzionare troppi esempi moderni, i pini li vediamo sulle nostre montagne e, ad esempio, sulle coste dell’Adriatico con i boschi detti “Pinete”.
Infine abbiamo le Taxaceae, di cui una delle specie più famose oggi esistente è il Tasso (Taxus baccata), una specie assai velenosa. Il tasso è una specie molto famosa, utilizzata per tantissimi scopi, dalla costruzione degli archi lunghi inglesi alla bacchetta di Lord Voldemort.

Tutto cambia in milioni di anni di evoluzione (in questo caso si parla di foreste di 200-145 milioni di anni fa) e le piante di oggi non sono quelle di ieri e con molta probabilità non saranno quelle di domani. Tuttavia alcuni punti di contatto con il passato ci sono e ci permettono di capire da dove viene ciò che ci circonda, e in alcuni casi di ipotizzare cosa rimarrà in futuro, anche se i cambiamenti climatici in atto rendono queste previsioni molto più incerte di quelle che potremmo fare senza questa variabile globale che per certi versi ricorda un po’ quella di un meteorite che colpisce la terra, cambiando in pochi anni il volto del pianeta e dei suoi abitanti.