Dove le savane del Re Leone incontrano gli aromatici eucalipti dei koala
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Ok diciamocelo, nell’immaginario collettivo pochissime persone sanno quanto è veramente grande il Sud Africa. È decisamente più facile trovarlo sulla mappa, perché non ci sono molti altri Paesi nel continente nero più a sud di questo. Ma dire che ha pure delle foreste? Ad un primo sguardo può non sembrare, ma in realtà questo “piccolo” angolo di mondo nasconde una ricchezza e una diversità di flora e di fauna che vi lascerà a bocca aperta. Vi racconto quindi cosa ho visto durante la mia esperienza lavorativa degli ultimi due mesi nell’emisfero australe.
La superficie forestale del Sud Africa, infatti, è di 17 milioni di ettari, pari al 14.06% di quella nazionale (Fonti FAO). Per fare un paragone, la superficie forestale in Italia copre il 35% del territorio nazionale, con 11 milioni di ettari (circa). In Sud Africa, solo il 2.5% è costituito da foreste primarie, ossia da boschi di specie indigene che non hanno subito, o solo in minima parte, l’influenza diretta dell’uomo. Il resto delle foreste invece è il risultato di azioni di riforestazione iniziate dalla colonizzazione olandese su terre che inizialmente non erano boscate. Queste zone, inizialmente piantate con specie aliene, sono ora il miglior esempio di coesistenza di specie invasive e formazioni autoctone. Insieme ai sistemi boschivi della savana, le foreste contribuiscono alla conservazione della biodiversità del Sud Africa, alla protezione del suolo e alla purificazione dei corsi d’acqua. Forniscono anche luoghi perfetti per attività turistico-ricreative per tutte le persone, dal jogging al safari.
La maggior parte delle foreste si concentra nella parte orientale del Paese, sulla costa che guarda l’Oceano Indiano che, con il suo clima mite e piogge costanti, influisce in maniera decisamente positiva sull’accrescimento delle piante. Una minima parte si trova a sud, nella regione del Western Cape dove l’Oceano Indiano fa ancora sentire le sue influenze, ma dove si scontra con il clima più fresco e asciutto dell’Atlantico creando una zona climatica dalle caratteristiche mediterranee che ben conosciamo. Gli alberi che più comunemente si trovano nel panorama forestale sudafricano sono appartenenti ai generi Eucalipto (proprio come quelli che mangiano i koala), Pino (come quelli che abbiamo noi in italia) e delle Acacie.

Le foreste naturali coprono una superficie tra lo 0.5 e il 1% della superficie totale del Paese, ma purtroppo è difficile trovare una statistica affidabile. Per quanto piccole, queste foreste sono un vero e proprio scrigno di biodiversità. Infatti ospitano più di 1700 specie diverse di piante e arbusti, con la particolarità che alcuni di questi possono essere trovati solo qui! Più della metà di queste foreste così preziose sono di proprietari privati e sono incluse in parchi nazionali e provinciali per fornire loro maggior attenzione e protezione.
I sistemi boschivi della savana, invece, non sono vere e proprie foreste ma vengono definite “altre terre boscate”. Queste sono definite come boschi radi, boscaglie e arbusteti – ossia come superfici con una componente arborea non particolarmente densa, ad esempio vedremo solo qualche albero sparso o piccoli gruppi e grandi distese erbose. La superficie di queste non rientra nel totale della superficie a foresta, e ammonta a circa 49 milioni di ettari (Fonti FAO). La ricca biodiversità che si trova in queste formazioni comprende 5 900 piante, 540 specie di uccelli e 175 di mammiferi, numeri di qualche lunghezza superiori a quelli delle foreste di conifere e foreste miste in tutto l’arco Alpino. Tra questi ultimi sono presenti anche specie iconiche come il gruppo di mammiferi Big Five – bufalo, elefante, leone, leopardo, e rinoceronte – che sono importanti, oltre che per il loro intrinseco valore come specie viventi, per l’industria del turismo.

Le piantagioni invece costituiscono il vero e proprio tessuto produttivo del sistema economico-forestale del Paese. Nonostante l’esigua superficie (3 milioni di ettari, corrispondente a un po’ meno di un terzo di quella italiana), con 1.2 specie altamente produttive come pino e eucalipto, la parola d’ordine qui è efficienza. Anche se non c’è la spiccata vocazione produttiva come quella delle regioni del Nord Europa, le piantagioni commerciali a gestione intensiva del Sud Africa sono riconosciute come alcune delle più produttive al mondo. Perché questo? Si tratta di un mix di condizioni climatiche e suolo, ma anche tecniche di gestione avanzate. Il legname ricavato viene utilizzato in prodotti di legno per l’edilizia, come le capriate del tetto, ma anche per la pasta da carta e di conseguenza per la produzione di giornali, scatole, sacchetti ecc. Comunemente le piantagioni sono mal viste per svariati motivi, tra cui la “poca naturalità” e lo sfruttamento intensivo, ma se gestite in modo adatto e accurato, come accade in Sud Africa, possono rappresentare una realtà produttiva efficiente e non dannosa per l’ambiente.

Le foreste del Sud Africa sono quindi tutte da scoprire all’insegna dell’avventura e della curiosità. Letteralmente ce n’è per tutti i gusti e non basterebbero due mesi per vederle! Io che al momento mi trovo qui per lavoro ho avuto la possibilità di vederne alcuni esempi, ma nemmeno tutti! Quello che emerge è sicuramente un Paese che sta investendo tanto nel settore e che allo stesso tempo sta cercando di salvaguardare il proprio patrimonio forestale dagli effetti del cambiamento climatico.
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