Amazing trees: quando gli alberi diventano da record

Un viaggio alla scoperta dei primati del mondo forestale, tra meraviglia e cultura

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Sappiamo bene quanto il mondo vegetale, con le sue infinite peculiarità, sia in grado di stupirci e farci rimanere a bocca aperta di continuo. In questo articolo, quindi, abbiamo deciso di dare spazio a degli alberi davvero eccezionali, che per determinate caratteristiche rappresentano dei primati, o meglio, dei veri e propri “GUINNESS WORLD RECORD!”. Questi casi tanto particolari quanto unici meritano di essere conosciuti, non solo per la curiosità che suscitano, ma anche per il significato culturale che spesso portano con sé e che hanno accumulato nel corso delle loro lunghe vite (come abbiamo già visto nel caso degli alberi monumentali). Oltre a ciò rivestono importanza in termini scientifici e naturalistici.

Partiamo dai più famosi:

l’albero più alto: il suo nome è Hyperion ed è alto la bellezza di 115,6 m (tanto per capirci la Statua della Libertà misura 93 m). Si tratta di una Sequoia sempervirens situata all’interno del Redwood National Park in California, in un punto tenuto segreto per motivi di sicurezza (motivo per cui anche le sue foto sono poco reperibili). È una pianta davvero maestosa, con un’età di oltre 600 anni che è stata scoperta nel 2006 da due naturalisti che stavano facendo ricerche nel parco. Dobbiamo però ritenerci fortunati se oggi possiamo ancora beneficiare della sua presenza. Alcuni anni prima della fondazione del parco avvenuta nel 1968, a qualche centinaio di metri da Hyperion, sono state eliminate vaste aree di bosco (con la pratica che in gergo tecnico si definisce “taglio a raso”) , che avrebbero poi dovuto continuare negli anni successivi portando alla distruzione di queste foreste e dei suoi primati. Oltre a questo, il parco ospita anche la seconda pianta più alta al mondo, Helios, con i suoi 114,9 m, che è stata al primo posto di questa classifica per meno di due mesi a causa della scoperta di Hyperion.

Per quanto riguarda l’Italia, il record va ad un esemplare di Abete di Douglas all’interno della foresta di Vallombrosa in Toscana. La sua altezza è di 62,45 m, e il suo primato lo si riconosce anche dal nome che gli è stato assegnato: “The Italian Tree King”. 

“The Italian Tree King”. Foto da Giant Trees Foundation

l’albero più grande: in questo caso si tratta di un albero alto “solo” 83,8 m appartenente alla specie Sequoiadendrum giganteum. È stato chiamato il Generale Sherman”, e con un diametro alla base di 11,1 m detiene il record di maggior quantità di legno presente su una singola pianta: 1487 m3 (davvero impressionante se si pensa che un bosco alpino produce all’incirca 500-600 m3 di legname ad ettaro, ossia ogni 10000m2). La sua imponenza si può cogliere dalla lunghezza del suo ramo più grande: 40 m!
Anche questo colosso si trova nel Redwood National Park in California, ma in questo caso la sua posizione è ben nota, anzi, “General Sherman Tree” rappresenta una delle attrazioni più famose del parco.

Punto di osservazione del “General Sherman”, di cui si vede la base del fusto. Foto da National Park Service.

l’albero più vecchio: si tratta di Methuselah, un esemplare di Pinus longevae la cui età attuale è di 4853 anni. la sua posizione esatta è mantenuta segreta per evitare che venga danneggiata o abbattuta illegalmente, ma si trova all’interno del parco nazionale delle White mountains, ancora in California. È stato scoperto a seguito di uno studio sul clima che si avvaleva delle informazioni ottenute dagli anelli legnosi (tecnica già affrontata in questo nostro articolo). In realtà, al momento della scoperta nel 1957, Mathuselah non era ancora l’albero più longevo al mondo. Nel 1964, infatti, un giovane geologo scoprì, nel corso delle sue ricerche di dottorato, un altro individuo di P. longevae nel Wheeler Peak Glacier, di età superiore ai 400 anni che chiese di abbattere a fini di studio. L’età rilevata era di 4844! Prometheus (questo era il suo nome) però non ha potuto godere di tale primato proprio a causa del suo abbattimento.

L’imponenza di Methuselah. Foto da The Guardian.

Sempre in merito a record di longevità va riportato come caso emblematico quello di Pando, un individuo di Populus tremuloides, che presenta un apparato radicale esteso per oltre 40 ettari, da cui nascono diversi alberi con patrimonio genetico uguale tra loro: dei cloni. Gli studi condotti su di esso hanno permesso di identificarlo come unico individuo, con un’età superiore ai 14 000 anni.

L’albero più piccolo: in questo caso non parliamo di un singolo individuo in particolare, ma di una specie: Salix herbacea, parente del ben noto “salice piangente”. Si tratta di un albero vero e proprio (in quanto produce legno) che raggiunge però un’altezza massima di 6 cm, ma in alcuni casi supera di poco il centimetro. Tale particolarità è dovuta all’ambiente in cui si sviluppa. Le temperature artiche della costa a nord dell’Atlantico non permettono infatti la sopravvivenza di specie arboree, se non di questa specie che si è adattata e specializzata e, grazie a questa struttura, riesce a vegetare e a riprodursi in modo efficace. 

Una foresta di Salix herbacea. Foto di Dori Zantedeschi.

l’albero con la chioma più estesa: il suo nome è Thimmamma Marrimanu, un esemplare di Ficus benghalensis che si trova in India, nella foresta di Kadiri. La sua chioma ha una superficie di due ettari, l’equivalente a quella di due campi da calcio, ma ciò è possibile solo grazie al servizio forestale locale che si occupa dell’irrigazione con metodi innovativi che permettono di mantenere attive le radici giovani e, quindi, anche quelle più grandi. La curiosità legata a questo albero di oltre 1400 anni è la leggenda a cui è legato. “Thimmamma” è il nome di una donna che dopo la morte del proprio marito ha deciso di gettarsi tra le fiamme della pira funeraria perché non in grado di sopportarne la perdita. Da questo mito l’albero è conosciuto anche come “Albero della vedova”, ed è visto come simbolo di fertilità, vita e resurrezione e, per questo, venerato da Induisti, Buddisti e da altre religioni locali, che lo pregano e lo accudiscono come una vera divinità.

Anche se potrebbe sembrare un bosco, si tratta solo di Thimmamma Marrimanu. Foto da BBC.

Oltre all’importanza che questi alberi rivestono nella ricerca scientifica (forestale, climatica, biologica, e non solo), essi ci fanno capire ancora una volta come la natura sia capace di cose davvero incredibili, in grado di sorprenderci e di affascinarci continuamente. È doveroso ricordare, però, che questi alberi eccezionali sono individui cresciuti nel corso di secoli, talvolta millenni, e l’attuale situazione climatica sta mettendo a rischio anche la loro sopravvivenza. Ecco quindi un’altra ragione per concentrare i nostri sforzi su questo importantissimo tema, perché gli alberi non sono solo piante, ma veri e propri scrigni di biodiversità e cultura, e la loro scomparsa può lasciare un vuoto molto più grande di quanto potremmo pensare.

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