Facciamo una carrellata veloce dei punti salienti.
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La Convenzione della Diversità Biologica (CBD) delle Nazioni Unite ha definito la biodiversità come la varietà tra tutti gli organismi viventi (diversità di specie o interspecifica) e tra gli ecosistemi (diversità di ecosistema) – terrestri, marini e acquatici (acque dolci) – di cui essi fanno parte; ciò comprende anche la diversità all’interno della specie (diversità genetica o intraspecifica). Parafrasando, la biodiversità può essere il numero di specie esistenti in una tal area, ma anche il numero di ecosistemi presenti e quanto è diverso il pacchetto genetico tra individui della stessa specie.
In questo articolo approfondiamo questi tre livelli di biodiversità.
In una foresta ricca di biodiversità, per esempio, si alterneranno aree boscate a zone erbose, a torbiere (se non sai cosa sono leggi questo articolo) e a corsi d’acqua. La presenza di più ecosistemi supporta di conseguenza specie diverse e quindi ci sarà un numero elevato di differenti specie animali, vegetali e non solo. Puoi approfondire la diversità legata all’acqua dolce in ‘Foreste inesplorate, sotto il pelo dell’acqua’. All’interno delle singole specie vi può essere una notevole varietà intrinseca a livello fenotipico (le caratteristiche visibili) e genotipico (il genoma dell’organismo, DNA ecc.). Per esempio, nel popolamento di abeti rossi, questi avranno diverse età, diversi diametri e differenti portamenti a seconda del posto nel quale crescono e del differente patrimonio genetico di ciascuno. A proposito, qua c’è una guida che ti permette di poter leggere un bosco.
Tutte le specie viventi sono interconnesse tra di loro come a formare una rete in cui le specie sono i nodi, e i rapporti tra di loro sono i fili. Più la biodiversità è alta e più nodi ci sono nella rete. Più la rete è fitta più è stabile e sicura, perché qualora un nodo si sciogliesse, la sua solidità non verrebbe compromessa. Ad esempio, un disastro che colpisse un bosco misto, che dunque ospita più specie arboree, può causare danni più lievi a una specie d’albero piuttosto che ad un’altra. Complessivamente, questa foresta, nei confronti di un arboreto monospecifico, ha la potenzialità di rispondere in maniera migliore e quindi essere più resiliente. Questa dinamica viene bene spiegata in ‘Il “melting pot” forestale: la convivenza tra diversi rende la società forestale resiliente’.Esistono diversi indici che misurano la biodiversità. Infatti, il numero di specie spesso non restituisce il quadro esatto della situazione. Immaginate di avere due diversi siti, in cui contate lo stesso numero di specie, ma in uno le specie sono egualmente rappresentate, diciamo ognuna è presente al 10%, mentre nel secondo sito vi è una specie dominante presente all’80%: le due situazioni sono diverse. Ecco che entrano in gioco gli indicatori. Ad esempio potrebbe interessarci stabilire se l’insieme sia uniforme o diversificato a seconda di una proprietà che ci interessa (ad esempio età o dimensione o specie). Due indicatori molto usati sono l’indice di Shannon e l’indice di Simpson, che riflettono sia il numero di specie presenti nella comunità, sia la distribuzione di organismi tra le diverse specie.
Oggi però la biodiversità è in pericolo. Le ragioni per cui la biodiversità sta diminuendo vertiginosamente sono descritte in questo articolo, ma possiamo anticipare che sono tutte cause antropiche. In questo periodo il nostro pianeta sta vivendo la sesta estinzione di massa. L’ultima, la quinta, è stata causata da un meteorite, oggi, la nostra, è causata dalle attività umane.
Possiamo fare qualcosa per proteggere la biodiversità? Sì! La prima cosa che si può fare è allenare la curiosità e l’interesse verso le specie che ci circondano. Più ne noterete e ne saprete, più ne vorrete notare e sapere e così ci si prenderà a cuore sempre di più la tutela di tutti gli esseri viventi. Non salverà il mondo, ma ci renderà persone più consapevoli, curiose e meravigliate. La seconda cosa che si può fare è investire i propri soldi in fondi sostenibili o comunque cercare di limitare tutte quelle attività che abbiano un impatto importante sull’ambiente. Sempre avendo ben in mente che preservare la diversità ambientale è l’obiettivo da ottenere, garanzia di risposte diversificate ai differenti scenari che il mondo potrebbe vivere nel futuro.