Le foreste in città: solo un ornamento?

Le foreste urbane hanno del potenziale: riducono il cambiamento climatico e incentivano stili di vita più sani

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Abituata come sono a vivere in campagna e a godermi paesaggi rurali con prati, campi agricoli e siepi arboree, quando esco di casa per andare al lavoro trovo sempre un po’ frustrante inserirmi all’interno del traffico cittadino. Chi conosce la città di Padova forse mi comprende (e Padova non è caotica come Milano)! Uno degli elementi del paesaggio che “placa il mio animo” quando supero la rotonda della Stanga è percepire, anche da distante, le tranquille chiome degli alberi del Parco Fistomba.

È vero…da tecnica forestale, la mia può essere una sorta di deformazione professionale ovvero cercare rassicurazione nella vegetazione arborea e arbustiva, anche se ormai è convinzione diffusa ritenere fondamentale la presenza di boschi all’interno delle città. La stessa Agenda 2030 – il programma d’azione promosso dalle Nazioni Unite per uno sviluppo sostenibile che coinvolge persone, il pianeta e la prosperità – dichiara nell’Obiettivo 11 che per rendere le città e gli insediamenti urbani inclusivi, sicuri e duraturi sia vitale fornire l’accesso a spazi pubblici verdi, soprattutto a donne, bambini e ad anziani.

Ma perché l’ONU valuta così importante un’azione a favore delle foreste urbane? 

La ricerca scientifica ha evidenziato il ruolo fondamentale delle foreste urbane immediatamente accessibili alla popolazione, definite come una rete o dei sistemi che comprendono tutti i boschi, i gruppi di alberi e le singole piante situate nelle aree urbane e periurbane. Esse rappresentano la colonna portante dell’infrastruttura verde e includono tutte le alberature stradali, gli alberi nei parchi e nei giardini e la vegetazione nelle aree dismesse. 

Viale della Stazione di Castelfranco Veneto (TV) di Marco Boscaro

Come le altre foreste, anche quelle urbane forniscono alcuni importanti servizi ecosistemici, cioè dei benefici che possiamo ottenere non solo grazie alla presenza dei singoli alberi, ma anche dell’intero “sistema” di organismi viventi e di materiale non vivente che li comprende. 

Queste spazi verdi offrono numerosi vantaggi, e non stiamo parlando solo dell’ombra concessaci gratuitamente in una torrida giornata estiva.  

Per prima cosa, se le foreste urbane sono in crescita, fissano il carbonio nel loro fusto, nelle loro radici e nella loro chioma e contribuiscono all’assorbimento dell’anidride carbonica (CO2): la riduzione di questo composto, uno dei principali gas serra, concorre a limitare l’isola di calore che si forma durante le stagioni calde con conseguente risparmio di energia per gli impianti di condizionamento. Inoltre la presenza di vegetazione porta anche ad un maggior effetto isolante garantito dal fatto che parte della radiazione solare viene intercettata dalle fronde e utilizzata per la fotosintesi clorofilliana. 

Non dimentichiamoci delle potenzialità che gli alberi in città possono avere per migliorare la qualità dell’aria: gli inquinanti presenti in atmosfera quali ad esempio l’ozono (O3), il biossido di azoto (NO2) e i particolati (PM10, PM2.5) possono essere ridotti attraverso assorbimento fogliare e/o deposizione su foglie, rami e fusti. Anche senza possedere strumenti e sensori complessi è possibile percepire quanto la presenza di vegetazione possa regolare l’inquinamento acustico: il rumore del traffico di una via principale può essere molto ridotto se ci troviamo all’interno di un sistema con alberi e piante.

Ma non è solo questo. Le foreste urbane o le formazioni con vegetazione garantiscono innumerevoli opportunità che a volte è difficile quantificare o misurare. Gli spazi verdi oltre a concorrere alla conservazione del paesaggio storico e culturale, promuovono comportamenti di vita più sani e sostenibili e sono fondamentali per prevenire molti problemi di carattere sanitario: dai problemi di iperattività, di deficit di attenzione e di obesità nei bambini, allo stress fino alle patologie che affliggono la popolazione anziana. Considerevole è anche il valore sociale e ricreativo che hanno questi ambienti: i giardini e i parchi urbani sono luoghi di socialità, di incontro e di condivisione, spazi dove le persone possono dedicarsi ad attività fisica e a momenti di relax.

Inoltre i  giardini pubblici e privati, gli stagni, gli spazi abbandonati, le strade e i viali alberati contribuiscono al mantenimento della biodiversità: la “colonizzazione” di specie selvatiche vegetali e animali, che trovano habitat, protezione e cibo in questi ambienti, permette l’esistenza stessa delle foreste urbane.

In Italia secondo il report della Green economy del 2019 solo 30 città italiane hanno aderito alla Dichiarazione per l’adattamento climatico delle green city e hanno dimostrato interesse nel “ritenere necessarie soluzioni basate sulla natura”. Tuttavia, secondo l’ANCI – l’Associazione Nazionale Comuni Italiani – dal 2010 la spesa corrente per i comuni si è ridotta sistematicamente: le amministrazioni quindi hanno complessivamente sempre meno risorse, e sempre meno da investire in attività di sviluppo e di gestione del verde. Per superare questo scoglio può essere efficace coinvolgere sempre più associazioni di cittadini che trovino nuove soluzioni per mantenere e promuovere le foreste urbane. Le soluzioni promosse dai cittadini possono rivelarsi le più fantasiose e anche le più economiche.Le risorse naturali e forestali urbane rappresentano per ampie fasce della popolazione la più immediata, se non unica, possibilità di contatto con la natura. E noi che ruolo possiamo avere per rendere più verdi e rigogliose le nostre città?

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