Una rete di aree protette per conservare la biodiversità – anche forestale – dell’Unione Europea
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Un’occhiata furtiva verso sinistra e poi il cervo inizia ad attraversare velocemente l’asfalto della strada; prosegue oltre sul pascolo e rientra nel verde di abeti e larici. Su uno di questi sta un picchio rosso maggiore, che batte una mitragliata di colpi; si ferma, sale più in alto e ritorna a battere, senza accorgersi del coleottero che vola fuori da un forellino. Il coleottero atterra sulla cappella di un porcino ai piedi dell’abete, che ora gli appare in tutta la sua imponenza. L’insetto sta ancora guardando in alto quando un’ombra salta sopra di lui e continua la sua corsa. Spaventato da chissà cosa, il capriolo prosegue la sua corsa a lunghi balzi fra gli alberi, che improvvisamente si aprono in una radura dove scorre un rigagnolo. Due cince more si alzano in volo, mentre una biscia scivola silenziosa nel terreno bagnato, fra l’erba alta. Il bosco si richiude intorno al capriolo, che finalmente rallenta fino a fermarsi.

I licheni sui rami dei larici si muovono al vento, che passa e prende velocità nel suo volo fino a raggiungere una cascata; lì, presso una piccola pozza ai bordi delle rocce, le dita degli abeti grondano acqua su un suolo ora coperto di muschio e di aghi, dove una salamandra osserva impassibile l’acqua che rimbalza con fragore sulle rupi nella sua discesa a valle.
L’acqua si raccoglie più in basso in un lago che spalanca la vista fino ai contorni della valle. Alcune vacche stanno accovacciate con gli occhi chiusi e ruminano sotto il sole, sulla riva del lago. L’immagine della vacca che la trota vede da sott’acqua è molto tremolante; poi la trota nuota pigramente verso un gruppetto di pesci, passando sopra antichi tronchi conservati perfettamente sul fondale del lago. Fuori dall’acqua, piantato all’inizio del sentiero, un pannello con un cartello riparato da una tettoia mostra la mappa dell’area protetta e un testo diviso in colonne; c’è pure il simbolo di due uccelli blu che volano sopra montagne verdi mentre sorge un sole di stelle: il simbolo della rete Natura 2000.

Come riporta il cartello, Natura 2000 è una rete di aree protette nell’Unione Europea con lo scopo di proteggere specie e habitat di importanza comunitaria. Alcune aree sono state create per la protezione delle specie di uccelli contenute nella Direttiva Uccelli, mentre altre sono dedicate ad habitat e ad altre specie animali e vegetali elencate nella Direttiva Habitat dell’Unione Europea. Natura 2000 permette quindi agli animali selvatici di spostarsi da uno Stato all’altro in sicurezza attraverso la rete di aree protette: questo vale ad esempio per i caprioli che corrono nei boschi, ma anche per molte specie di uccelli, che così trovano tappe sicure dove riposare mentre migrano a sud in autunno.
Alla fine della prima colonna di testo, il cartello mostra alcuni animali che frequentano la foresta protetta oltre il lago. Tra questi, un picchio rosso maggiore osserva immobile dalla foto, mentre in lontananza nella foresta si sentono ancora brevi mitragliate su un albero.

La seconda colonna del pannello è dedicata alle foreste europee; queste sono fra gli ecosistemi più ricchi di biodiversità e coprono metà superficie di Natura 2000: non parliamo solo di boschi alpini, ma anche di foreste boreali in Svezia o di quelle mediterranee alle Canarie, con specie come la scarpetta di Venere in Lettonia oppure la lince sui Pirenei. Le foreste protette da Natura 2000 possono contenere specie o habitat rari o importanti da salvaguardare per l’Unione Europea. Ci sono habitat senz’alberi, come radure e sottoboschi aperti, ma ugualmente considerati parte del mosaico dell’ecosistema forestale che li circonda e quindi tutelati tanto quanto la foresta di Natura 2000 che li include. Infatti, questi habitat possono essere luoghi vitali per alcune specie, che di giorno si riparano all’ombra degli alberi ed escono allo scoperto di notte, più protette dall’oscurità. Allo stesso modo, visto che alcune specie si sentono al riparo fra gli alberi, certe foreste si considerano corridoi ecologici perché favoriscono un passaggio più sicuro agli animali collegando due aree protette fra loro. Queste e altre foreste che contornano parchi naturali possono diventare parte di Natura 2000; queste foreste a margine rappresentano zone cuscinetto che attutiscono interazioni a volte difficili fra uomo e fauna, come una fascia di foresta che separa campi agricoli dal parco naturale.

Una vacca fa capolino da dietro il pannello di legno. Poi comincia a strofinarsi il collo sullo spigolo di un paletto con movimenti insistenti dall’alto in basso – e con forte clangore del suo campanaccio. La vacca sembra una di quelle in un’altra foto sul pannello, che un pastore sospinge in fila davanti a lui su un sentiero che si snoda fuori dal bosco. La didascalia ricorda che le aree protette Natura 2000 non sono riserve che escludono le attività umane, ma che mirano ad assicurare la protezione naturale tenendo “conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali”, secondo la Direttiva Habitat.
Più lontano si rivede la strada asfaltata, che porta fuori dalla foresta Natura 2000. I cervi che la attraversano, ricordano che la biodiversità non esiste solo nelle aree protette, né che si può pensare alla conservazione di specie e habitat soltanto dentro i confini dei parchi naturali e della rete Natura 2000. Quest’ultima propone quindi una relazione – condivisa a livello europeo – di equilibrio fra attività umane e protezione naturale. Nell’immediato, questa sembra favorire la biodiversità, ma favorisce anche l’economia e la società grazie alla conservazione dei servizi ricevuti da specie e habitat, come la protezione da frane, legna e turismo che può offrire una foresta in tutta la sua complessità e biodiversità forestale.
